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Oggi più che mai si ricorre all’uso di pittogrammi. Sia in termini di brand identity che di wayfinding e signage design, l’attenzione verso i segni sta diventando una vera e propria necessità. L’evoluzione nel settore grafico con l’uso di grafica vettoriale e motion design ha fatto si che anche lo studio dei pittogrammi venisse sviluppato ulteriormente. Cosi quando progettiamo una famiglia di pittogrammi, ci sono delle regole di cui tener conto al fine di renderli semplici, funzionali e chiari. Oggi vi raccontiamo i 6 principi fondamentali per il loro sviluppo, vediamoli nel dettaglio:
Ovviamente esistono eccezioni ai consigli che seguono, ma in linea di massima, ciò che dovremmo tenere a mente, saranno semplicità e chiarezza, una costante comune nei seguenti sei principi.
Questo è l’aspetto principale da affrontare per disegnare una famiglia di pittogrammi.
Devono rappresentare concetti facili da comprendere. Su di essi non dovrebbero essere rappresentati brand o dettagli troppo specifici.
Ad esempio: il simbolo della carta di credito nei centri commerciali, che riconduce ad una determinata area dove sono presenti sportelli di prelievo contanti.
Il secondo aspetto da considerare è la chiarezza del pittogramma.
La sua rappresentazione non deve far sorgere dubbi o fornire seconde interpretazioni
Certi pittogrammi da soli, potrebbero essere troppo generici e non immediatamente comprensibili, ma in combinazione con un altro, diventano subito chiari.
Ad esempio, il pittogramma delle sole mani, può dire qualsiasi cosa poiché troppo generico, ma associato al pittogramma di una ciotola indica “impastare a mano”; o con quello di una vaschetta, “lavare a mano”.
Un pittogramma deve essere progettato per il contesto culturale e geografico in cui si inserisce.
Certi elementi, infatti, cambiano in base alla differente area geografica. La cultura di un posto diventa un fattore importante per l’adattamento dei pittogrammi.
Un esempio potrebbe essere la differenza tra le posate occidentali e le bacchette, usate principalmente in oriente.
Inoltre, i pittogrammi diventano funzionali quando seguono tutti le stesse regole e risultano, quindi, coerenti.
La coerenza può essere data dallo spessore della linea, dagli elementi geometrici di base, o ancora dalla costruzione d’insieme del pittogramma: in ogni caso, una famiglia di pittogrammi che rispetti queste regole, risulta coerente e visivamente semplice da interpretare.
L’esempio proposto rappresenta dei piatti orientali; la famiglia di pittogrammi in questione segue queste regole e il risultato d’insieme, infatti, risulta coerente e immediato.
Credits: Oriental Food – Manthana Chaiwong
Il pittogramma deve rappresentare sempre un modello attuale del prodotto che vogliamo rappresentare, come nel caso del telefono.
Oggi tendiamo ad utilizzare di più i cellulari, quindi in base al contesto, sarebbe più utile progettare il pittogramma di uno smartphone che non l’immagine di un telefono classico.
La fisionomia deve essere logica. Bisogna prendere gli elementi più caratteristici dell’aspetto di un oggetto da rappresentare, evitando quindi quelli più generici.
Un esempio potrebbe essere la rappresentazione di un’arancia: se la rappresentiamo come cerchio pieno, risulta troppo generico; al contrario invece, rappresentandola attraverso lo spicchio, diventa subito riconoscibile. Nel primo caso potrebbe essere funzionale l’uso aggiuntivo di un testo che lo renda più chiaro.
Come abbiamo visto, queste sei regole ci aiutano a rimanere concentrati quando dobbiamo progettare una serie di pittogrammi.
Questi sono solo alcuni spunti su come poter progettare una famiglia di pittogrammi. Esistono tantissimi altri aspetti da considerare e sicuramente ne parleremo insieme più avanti. Intanto in questo articolo, ti spiego in maniera più approfondita il significato dei pittogrammi.
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